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IL QUADRO STORICO-CULTURALE    vedi mappe: Rinascimento

Il nuovo clima, culturale e sociale, istauratosi nel Basso Medioevo, soprattutto dal Trecento in poi, apre la via al Rinascimento. Il motivo dominante dell’arte del primo Rinascimento è la riscoperta della forza e della bellezza nell’uomo. Là dove il Medioevo idealizzava meditazione e penitenza, il Rinascimento idealizza azione e conquista.

La rappresentazione dell’uomo attraverso il ritratto e il nudo ideale, assente per un millennio, ritorna in auge.

L’interesse della letteratura si volge a temi non più esclusivamente religiosi. Prende sostanza il pensiero scientifico mentre si afferma la borghesia, forza politica e sociale innovatrice nel governo delle città e degli stati.

L'EVOLUZIONE MUSICALE

Nel clima di nuova fioritura artistica portato dal Rinascimento, anche la musica riceve un impulso senza precedenti, soprattutto grazie alla crescita della scuola fiamminga che si concretizzò all'inizio del Quattrocento nei territori delle Fiandre e della Borgogna, patrie di grandi artisti delle arti figurative (Rubens, Rembrandt) e della musica.

Questa scuola è determinante per l’evoluzione della polifonia e delle forme musicali: messa e mottetto nel genere sacro e chanson polifonica in quello profano. Elemento centrale della musica fiamminga è l’imitazione, detta anche canone, con cui le singole parti entrano in successione imitando la melodia delle parti precedenti.

SCHEDA APPROFONDIMENTO E ASCOLTO: LA SCUOLA FIAMMINGA


Con l’immensa produzione dei suoi musicisti, la Scuola fiamminga ha - per tutto il '400 e la prima metà del '500 - il grande merito di aver tracciato le linee di una scienza musicale sapiente e rigorosa, fondamento di tutta la nostra tradizione musicale europea.

Il rispetto e la fama dei musicisti fiamminghi permette loro di lavorare nei principali centri in Europa: in particolare in Italia – presso il Duomo e gli Sforza a Milano, presso la corte pontificia a Roma, i Medici a Firenze, la corte reale a Napoli, la basilica di San Marco a Venezia - ma anche in Spagna, in Francia, in Germania.

Cinque furono le generazioni di fiamminghi che coprirono lo sviluppo temporale di questa grande scuola, durata per oltre un secolo e mezzo: ad esse corrisposero ai nomi di Guillaume Du Fay (1400 -1474), Johannes Ockeghem (1428-1495), Jacob Obrecht (1450 -1505), Josquin Des Prez (1440-1521).

I GRANDI MUSICISTI DEL '500

Toccati i vertici della più alta perfezione tecnica, l’influenza dei musicisti fiamminghi, dopo un secolo di incontrastato dominio, conosce il suo inevitabile declino, ma alla loro scuola si formano altri grandi maestri come Orlando Di Lasso (1532 -1594) e Giovanni Pierluigi da Palestrina (1525 - 1594) ritenuto da molti il più grande musicista del '500.

Sempre In Italia crescono poi nuove forme musicali profane. Nella corte fiorentina di Lorenzo il Magnifico fiorisce una rigogliosa messe di canzoni monodiche: sono i canti carnascialeschi e i trionfi, che accompagnano i carri allegorici con cui il popolo percorre la città durante le spettacolari feste di carnevale, e le canzoni a ballo.

La fresca vena popolare influenza anche la musica colta. Nascono nuove forme polifoniche, come la frottola, lo strambotto – nelle quali comincia a predominare la melodia della voce superiore, talvolta accompagnata anche da soli strumenti – e la villotta, una composizione a quattro voci vicina ai canti contadini delle diverse regioni italiane.

Tre grandi artisti: Luca Marenzio (1553-1599), Gesualdo da Venosa (1560-1613) e Claudio Monteverdi (1567-1643) portano invece il madrigale, una colta polifonia vocale profana per 3-5 parti melodiche molto diffusa in Italia tra il XIV e XVI secolo, ad un livello di ineguagliato splendore.

LA MUSICA STRUMENTALE NEL RINASCIMENTO

La musica del Rinascimento è soprattutto vocale, non essendo ancora disponibili strumenti che siano in grado di competere validamente con le possibilità espressive del canto. Già nel Quattrocento però si erano messi in luce l’organo e il liuto come strumenti atti a eseguire composizioni di una certa complessità. 

Sono proprio questi due strumenti a dare l’avvio a una tecnica compositiva loro specifica che però, almeno all’inizio del XVI secolo, risente ancora dell’influsso dello stile vocale. Siamo infatti in presenza di molti Mottetti e Canzoni che vengono puramente trascritti per organo e liuto.

Il più importante centro di musica organistica è Venezia, la cui chiesa di San Marco possiede, già nel 1490, due organi situati nelle due navate principali.

A Venezia si forma Andrea Gabrieli (1533-86), il nipote Giovanni Gabrieli (1557-1612) e Girolamo Frescobaldi (1583-1643), uno dei più grandi organisti di ogni tempo, oltre che abile suonatore di diversi strumenti e autore di numerosi brani di musica vocale.

Nascono le prime forme musicali per organo: il ricercare, l’equivalente strumentale del mottetto e la toccata un brano ricavato dalle improvvisazioni che l’organista effettua prima di ogni esecuzione vocale per preparare l’atmosfera musicale e indicare coristi la tonalità del pezzo. La canzone invece altro non è che la trasposizione strumentale dell’omonima forma vocale.

Il liuto gode di grande favore nel Rinascimento. Non vi è casa aristocratica o borghese in cui non ve ne sia uno. Non troppo difficile da apprendere, questo strumento dà modo di eseguire trascrizioni di madrigali, motivi di danza e altro ancora con sistemi di scrittura che prendevano il nome di intavolatura per liuto.