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Parafrasando il titolo di un celebre libro, “No man is an island", possiamo affermare subito che nessuna nota è un’isola. Essa è sempre inserita in un sistema di relazioni gerarchiche con le altre note di una scala, all’interno della quale ognuna ha una propria funzione e importanza.
Questa sistema di relazioni, funzioni e importanza tra i suoni di una scala è la sintesi estrema che definisce il concetto di tonalità. In essa sono poi compresi e riconosciuti i Modi e gli Accordi che vanno a definire in modo più completo una tonalità.
I MODI
Nella storia della musica occidentale, a partire dal XIV secolo, si sono affermati due sistemi, o scale, di sette note che chiamiamo modi: il modo maggiore e il modo minore. Quello che differenzia questi due sistemi è l'intervallo tra le singole note nella loro successione, che è ora di un tono <1>, ora di un semitono <1⁄2> secondo il seguente schema:
MODO MAGGIORE: I <1> II <1> III <1⁄2> IV <1> V <1> VI <1> VII <1⁄2> VIII
MINORE MINORE: I <1> II <1⁄2> III <1> IV <1> V <1⁄2> VI <1> VII <1> VIII
- I NOMI DEI GRADI DEL MODO MAGGIORE E MINORE
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Le note, organizzate in uno di questi modi, occupano un certo gradino (o grado) della scala, ognuno dei quali viene identificato con un proprio nome (vedi tabella qui sotto)MODO MAGGIORE
I : TONICA (o fondamentale)
II: SOPRATONICA
III: MEDIANTE (o modale)
IV: SOTTODOMINANTE
V: DOMINANTE
VI: SOPRADOMINANTE
VII: SENSIBILEMODO MINORE
I : TONICA
II: SOPRATONICA
III: MEDIANTE (o modale)
IV: SOTTODOMINANTE
V: DOMINANTE
VI: SOPRADOMINANTE
VII: SOTTOTONICA
LE TONALITA'
Applicando una successione di sette note che rispetti esattamente la sequenza di toni e semitoni di un modo maggiore o minore, otteniamo le varie tonalità del nostro sistema tonale. Esse vengono identificate dal nome della tonica (primo grado) seguito dalla qualifica della modalità, esempio re maggiore, fa# minore e così via.
Così facendo noteremo come vi sono due tonalità, una maggiore e una minore, che realizzano naturalmente gli schemi modali (la sequenza di toni e semitoni) senza l’ausilio di alterazioni (# -diesis e b-bemolli): sono la scala di Do maggiore e quella di La minore.
La particolarità di avere lo stesso numero di alterazioni (in questo caso nessuna), le accomuna in una sorta di familiarità che viene definita col termine di relative. Si è soliti dire che La minore è la relativa minore di Do maggiore e che, viceversa, Do maggiore è la relativa maggiore di La minore.
- APPROFONDIMENTO: TUTTE LE TONALITA' E IL CIRCOLO DELLE QUINTE
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Troviamo ora le note della tonalità maggiore scegliendo il Sol come tonica. Riproducendo gli intervalli del modo maggiore avremo la successione: Sol - La - Si - Do - Re - Mi - Fa# - Sol. E’ sufficiente cioè alterare con un diesis la settima nota per avere la distanza di un tono tra la VI nota e la VII e di un semitono tra la VII e l’ VIII.Attraverso un sistema ricorsivo, così come abbiamo costruito le note della tonalità di Sol maggiore partendo dalla quinta nota di Do maggiore e aggiungendo un diesis alla nuova settima nota, possiamo realizzare le note della tonalità di Re maggiore: Re - Mi - Fa# - Sol - La - Si - Do# - Re.
Prendendo sempre come tonica della nuova tonalità la quinta nota della precedente questa sarà la successione delle tonalità:
Quindi la nuova tonalità ha sempre un diesis in più della precedente.
Se invece, sempre partendo da Do maggiore ma scegliendo come nuova tonica la quinta nota inferiore (Fa), avremo questa successione di note: Fa - Sol - La - Sib - Do - Re - Mi - Fa. Sarà sufficiente in questo caso un bemolle per stabilire la corretta distanza tra le note secondo lo schema del modo maggiore.
Procedendo di quinta in quinta inferiore questa sarà la successione delle tonalità, ognuna con un bemolle in più della precedente:
Le alterazioni che caratterizzano la tonalità, e che quindi rimangono costanti, non compaiono ogni volta nelle varie misure di uno spartito, ma vengono indicate all’inizio del pentagramma immediatamente dopo la chiave. Questa indicazione viene chiamata armatura di chiave.
Lo stesso procedimento si applica per trovare tutte le tonalità minori partendo da La minore. Scegliendo successivamente la quinta nota superiore avremo tutte le tonalità minori con i diesis, procedendo invece per quinte inferiori avremo le tonalità con i bemolli.
Queste tonalità sono le relative minori delle corrispettive maggiori aventi lo stesso numero di accidenti in chiave. Si è soliti rappresentare queste tonalità con un grafico circolare che prende il nome di “circolo delle quinte”.
Questa immagine è importante per capire perché la serie delle tonalità con i diesis e quella con i bemolli si interrompono. Possiamo facilmente notare dal grafico del circolo delle quinte che ad un certo punto l’arco delle tonalità con i diesis si sovrappone con quello delle tonalità bemollizzate.
Il Si maggiore è infatti identico al Dob maggiore, così come il Fa# maggiore è uguale al Solb maggiore e infine il Do# maggiore che per nulla si discosta dal Reb maggiore. Queste tre coppie di tonalità vengono dette enarmoniche poiché le loro note della scale hanno lo stesso suono e sono quindi indistinguibili all’ascolto.
GLI ACCORDI
Gli accordi sono combinazioni di tre o più note suonate contemporaneamente. Nella nostra musica essi rappresentano l'armonia, l'accompagnamento alla melodia principale. La successione degli accordi che sostengono una melodia nei brani musicali è chiamata giro armonico.
L'accordo più semplice è una triade, ossia un blocco di tre note ricavate dalla sovrapposizione di due intervalli di terza. Essa è dunque costituita dalla prima, terza e quinta nota a partire da un certo grado di una tonalità o scala. Esempio: per costruire una triade sul primo grado della scala di Do maggiore devo prendere la I, la III e la V nota a partire dal Do.
I suoni che la compongono sono quindi Do, Mi e Sol (il Mi è la terza del Do, il Sol è la terza del Mi). Utilizzando lo stesso procedimento è possibile costruire la triade sul secondo grado della scala di Do maggiore (Re) e così via per tutti gli altri gradi e per tutte le altre tonalità o scale maggiori e minori. Ecco le triadi in tonalità Do Maggiore.
La prima nota di ogni accordo è chiamata fondamentale e dà il nome all'accordo. Attenzione a non confondere fondamentale e tonica. Nel caso in questione la tonica rimane sempre Doper tutti gli accordi, in quanto essi sono costruiti sulla medesima scala di Do maggiore.
- GLI ACCORDI COMPLEMENTARI SUI GRADI DI UNA SCALA
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Tutte le triadi che si possono formare su una scala sono dette complementari e sono accordi che si qualificano in base alla natura degli intervalli che li compongono. Abbiamo così accordi maggiori: fondamentale + terza maggiore (2 toni interi) + terza minore (un tono e mezzo) che troviamo sul I°, sul IV° e sul V° grado della scala.Gli accordi minori sono invece costituiti da fondamentale + terza minore (un tono e mezzo) + terza maggiore (2 toni interi), che troviamo invece sul II°, sul III° e sul VI° grado della stessa scala, mentre sul VII° grado abbiamo un accordo diminuito formato da fondamentale + terza minore (un tono e mezzo) + terza minore (un tono e mezzo).